Appello ricevuto da Nick Meynen, tradotto da Federico Arcuri, Mara Carando e Mario Sassi

 

A seguito della lettera aperta pubblicata in 23 lingue  (firmata anche dalla nostra Associazione) lo scorso maggio, in occasione della straordinaria conferenza di Bruxelles “Oltre la crescita” (di cui abbiamo scritto qui, qui e  qui), nel mese di agosto abbiamo ricevuto una risposta dai capi di gabinetto dei vicepresidenti della Commissione Europea, Timmermans e Dombrovskis. 

I coordinatori della lettera (EEB, FoeE, EYF, WeAll, Kate Raworth, Timothée Parrique e Vincent Liegey) hanno quindi inviato una nuova lettera ai decisori dell’UE, che traduciamo e pubblichiamo qui di seguito.

Comprendere se il clima politico, o il “momentum“, attuale stia dando il giusto credito alle questioni poste non è il nostro obiettivo principale. Dobbiamo invece mantenere alta la pressione sui decisori politici; sottolineando ciò che è necessario fare, e perché, affinché possano agire nel modo appropriato. E siamo più forti se siamo uniti. Ecco perché sono lieto che ancora una volta gli accademici e i gruppi della società civile che hanno redatto la proposta si siano riuniti in questa risposta congiunta. Facciamo il nostro lavoro e non appena un numero sufficiente di nostri leader ricorderà il proprio dovere di diligenza, potremmo vedere alcuni risultati.

Cordiali saluti,

Nick, a nome del team organizzativo dietro questo “scambio di lettere”: Boon Breyne & Meadhbh Bolger (Friends of the Earth Europe), Jan Mayrhofer (European Youth Forum) e Lisa Hough-Stewart (Wellbeing Economy Alliance)

 

Traduzione della lettera dei capi di gabinetto dei vicepresidenti della Commissione Europea Timmermans e Dombrovskis.

Carissima signora Munie,

Desideriamo esprimere la nostra sincera gratitudine, insieme ai vostri co-firmatari, per la Lettera Aperta in cui avete condiviso le vostre idee relative allo sviluppo ambientale, economico e sociale.

L’8° Programma d’Azione per l’Ambiente (Environment Action Programme), adottato dai co-legislatori, è finalizzato a garantire che un maggior numero di cittadini europei possa condurre una vita prospera, nel rispetto dei limiti del pianeta, all’interno di un’economia che raggiunga la neutralità climatica, riduca al minimo gli sprechi, promuova una crescita sostenibile e affronti in maniera significativa le disuguaglianze, entro il 2050, al più tardi.

Portare questa visione a lungo termine alla realtà richiede cambiamenti di vasta portata. Questo approccio è stato delineato nel Green Deal europeo ed è stato ulteriormente sviluppato negli anni attraverso strategie settoriali. La Legge Europea sul Clima sancisce legalmente la nostra visione per il 2050 di raggiungere la neutralità climatica.

Il Green Deal si concentra sulla trasformazione del nostro modello economico verso una circolarità autentica, che comporta decarbonizzazione e dematerializzazione, in cui non ci siano sprechi, con modelli di business circolari,  prodotti che durano a lungo, riutilizzabili, riparabili e realizzati per la maggior parte con materiali riciclabili; mentre la natura dovrà essere preservata e rivitalizzata per poter svolgere le sue molteplici funzioni ecologiche e socio-economiche. Ciò ci consentirà anche di garantire che l’economia dell’UE rimanga competitiva e resiliente di fronte agli shock esterni.

Il 15 maggio, il Presidente della Commissione ha partecipato alla Conferenza Beyond Growth e ha sottolineato che un modello di crescita centrato sui combustibili fossili è superato, mentre un’economia circolare a basse emissioni di carbonio può generare un’economia prospera insieme alla transizione verde di cui abbiamo bisogno. Questa visione è stata condivisa da numerosi speaker alla Conferenza, i quali non solo hanno illustrato le condizioni per una crescita sostenibile, ma hanno anche ricordato che gli investimenti volti a ridurre l’impronta ambientale e carbonica contribuiranno alla crescita.

Per aiutare gli Stati membri a allineare le loro economie agli obiettivi del Green Deal europeo, il Semestre europeo è strutturato in base a quattro dimensioni di sostenibilità competitiva (equità, sostenibilità ambientale, produttività e stabilità macroeconomica) ed integra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite entro il 2030. Le raccomandazioni specifiche per ciascun paese nel 2023 riguardano, tra l’altro, la necessità di accelerare la fase di eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili, la transizione verso la circolarità, le fonti di energia rinnovabile o la mobilità sostenibile.

Nel quadro dell’Agenda Europea per la Finanza Sostenibile, abbiamo adottato misure ambiziose per promuovere la sostenibilità. Ad esempio, l’integrazione della sostenibilità nella rendicontazione e nell’accounting assisterà le aziende nella gestione dei rischi correlati. Stiamo infatti garantendo politiche coerenti mediante un maggiore utilizzo del principio “Do No Significant Harm,” la graduale eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili e ad altre sostanze dannose per l’ambiente, nonché lo sviluppo di pratiche di bilancio verde.

La transizione verde dovrà altresì essere equa e non lasciare nessuna persona o luogo indietro. Pertanto, l’UE sta implementando strumenti che garantiscono una giusta distribuzione dei costi e dei benefici. Il Fondo Sociale per il Clima e il Fondo per una Transizione Giusta sono due esempi che supporteranno i cittadini e le regioni più vulnerabili agli impatti della transizione.

Infine, siamo consapevoli che una transizione verde di successo ed equa richiede cambiamenti e scelte fondamentali. Il Strategic Foresight Report della Commissione Europea  del 2023 esamina le intersezioni chiave tra le tendenze strutturali e le dinamiche che influenzano gli aspetti sociali ed economici della sostenibilità, al fine di chiarire e delineare le scelte potenziali e i compromessi. Tra le altre cose, esso presenta i primi risultati del lavoro interno della Commissione sulla creazione di metriche per il Benessere Sostenibile ed Inclusivo, complementario al PIL.

Distinti saluti.

Diederik Samsom, Head of Cabinet, Executive Vice-President Mr Timmermans

Michael Hager, Head of Cabinet, Executive Vice-President Dombrovskis

 

Traduzione della contro-risposta da parte di Timothée Parrique, Kate Raworth, Vincent Liegey, Friends of the Earth Europe, European Environmental Bureau, European Youth Forum, Wellbeing Economy Alliance 

Ursula von der Leyen, President of the European Commission
Cabinet of the Chief Executive Vice President of the European Commission for the European Green Deal
Valdis Dombrovskis, Executive Vice President of the European Commission
Marcos Alonso Alonso, Permanent Representative of Spain to the EU
Charles Michel, President of the European Council
Roberta Metsola, President of the European Parliament 

Brussels, 4 October 2023

Onorevoli decision-maker europei,

Ringraziamo il Signor Samsom e il Signor Hager per aver risposto alla nostra lettera, firmata da oltre 400 organizzazioni della società civile e accademici che lavorano sulle cruciali riforme strutturali dell’Unione Europea. Nello spirito della trasparenza riguardo a questioni di così grande importanza strategica, vi informiamo che la nostra conversazione scritta su questo tema sarà resa pubblica. Crediamo che questo scambio possa ispirare un dibattito più ampio tra il pubblico europeo sulla portata e l’urgenza delle trasformazioni di cui sembriamo essere ampiamente concordi.

Nella vostra risposta alla nostra lettera, affermate che l’8° Programma d’Azione per l’Ambiente (8th EAP) garantirà che “la crescita sia sostenibile”. Tuttavia, l’8th EAP si concentra esplicitamente su un futuro rigenerativo, poiché gli scienziati hanno dichiarato che la “crescita sostenibile” in Europa è una questione contraddittoria. Come ha affermato l’economista Kate Raworth: “Dobbiamo trasformare le economie attuali, che sono degenerative per impostazione predefinita, in economie che sono progettate in modo rigenerativo”. La sostenibilità riguarda la riduzione dei danni causati, mentre la rigenerazione ripristina attivamente i sistemi naturali danneggiati.

Come abbiamo sottolineato nella nostra lettera originale, e come è stato confermato da numerose ricerche accademiche dal momento in cui è stata scritta, perseguire una crescita continua del PIL nei paesi ad alto reddito rimane incompatibile con i termini dell’Accordo di Parigi. Per citare un articolo pubblicato su The Lancet all’inizio di quest’anno: “Con i tassi [di decoupling] raggiunti, questi paesi [ad alto reddito] impiegherebbero in media più di 220 anni per ridurre le loro emissioni del 95%, emettendo 27 volte le loro quote eque a 1,5°C nel processo”. Dobbiamo andare oltre la retorica della “crescita sostenibile” del PIL se vogliamo evitare un terribile collasso.

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), il Servizio di Ricerca del Parlamento Europeo (EPRS) e ricercatori indipendenti escludono la fattibilità del perseguimento di una crescita economica infinita mentre si garantisce un futuro vivibile per tutti. Abbiamo bisogno della vostra coraggiosa leadership politica per guidarci attraverso una complessa trasformazione di norme, valori e sistemi.

Oltre a quanto sopra, avete scritto che il Green Deal europeo riguarda la decarbonizzazione e la dematerializzazione. Siamo d’accordo che dovrebbe riguardare entrambi, tuttavia, obiettivi concreti di dematerializzazione sono notevolmente assenti dal Piano d’Azione per l’Economia Circolare 2.0 nell’ambito del pacchetto del Green Deal europeo. L’impronta materiale dell’UE è di 13,7 tonnellate per abitante all’anno. Se tutta l’umanità facesse altrettanto, avremmo bisogno di quasi tre pianeti della dimensione della Terra e delle riserve di risorse per mantenere questo ritmo. Dal 2010, la nostra impronta materiale è rimasta relativamente stabile, quando, invece, dovrebbe diminuire rapidamente. Crediamo fermamente che un quadro dell’UE con obiettivi di riduzione dell’impronta materiale basati sulla scienza e vincolanti possa essere efficace nel realizzare un’economia rigenerativa e circolare nell’UE, come richiesto da scienziati, ONG, diversi Stati membri dell’UE (in particolare l’Austria) e dal Parlamento Europeo.

Vi esortiamo a fissare obiettivi vincolanti per ridurre l’impronta materiale dell’UE in linea con la capacità biologica della Terra, oltre agli obiettivi esistenti di riduzione delle emissioni di gas serra. Siamo convinti che la preparazione di un piano di dematerializzazione forte e vincolante sia non solo vantaggiosa per l’Europa e il mondo, ma anche un vostro dovere di cura (care).

Nella vostra lettera, menzionate le note parole della Presidente Von der Leyen durante la conferenza Beyond Growth riguardo al fatto che la crescita centrata sui combustibili fossili è obsoleta. Sebbene concordiamo con questo, è importante tenere presente che anche un modello di crescita basato sul litio è obsoleto. La stragrande maggioranza degli esperti intervenuti alla conferenza ha parlato con passione di come la crescita economica in Europa sia assolutamente insostenibile.

Il vostro reminder riguardo al fatto che “gli investimenti per ridurre l’impronta ambientale e carbonica contribuiranno alla crescita” non rappresenta il cambiamento di paradigma necessario nella Commissione. La crescita non è un fine degno di per sé. Anzi, una focalizzazione troppo inflessibile sulla crescita economica sta costantemente vanificando gli sforzi compiuti sia da voi che da noi per evitare un collasso alla luce della perdita combinata di biodiversità, stabilità climatica e capacità rigenerativa di fronte a un’epidemia di inquinamento. Prosperità e benessere in Europa senza una crescita continua del PIL sono possibili – ed è l’unico modo sostenibile per garantire un futuro prospero alle future generazioni.  Gli accademici, la società civile e persino le agenzie dell’UE come l’Agenzia Europea dell’Ambiente e il Joint Research Centre possono offrire risorse e consulenze per aiutare i decisori politici a superare l’obiettivo della crescita del PIL.

Concludete la vostra lettera menzionando il “lavoro interno della Commissione sulla creazione di metriche di Benessere Sostenibile e Inclusivo per completare il PIL”. Il Joint Research Centre della Commissione Europea ha collaborato con il Servizio di Ricerca dei Membri del Servizio di Ricerca del Parlamento Europeo in uno studio legato alla conferenza Beyond Growth presso il Parlamento Europeo, il più grande evento del Parlamento Europeo in questo mandato politico. Nello studio, una delle principali conclusioni afferma che un complemento al PIL non sarà sufficiente e che sarà necessaria una revisione sostanziale dei trattati che ci spingono nella direzione disastrosa della crescita del PIL.

A questo punto, desideriamo ricordarvi le richieste su cui scienziati, accademici e società civile hanno concordato e per le quali apprezzeremmo una risposta più diretta. Crediamo che, finché questi punti non verranno presi sul serio, l’UE vedrà solo sempre più interruzioni e continuerà a scivolare dalla attuale polycrisis a una permacrisis. Oltre 400 organizzazioni della società civile e accademici ribadiscono il nostro appello all’Unione Europea, alle sue Istituzioni e agli Stati membri per implementare:

  • Istituzioni europee post-crescita: costituire strutture permanenti presso la Commissione, il Consiglio, il Parlamento e all’interno degli Stati membri per valutare strategie e percorsi post-crescita.
  • Un Green Deal europeo oltre la crescita: progettare un nuovo programma di punta basato su un approccio di cambiamento sistemico che aspira a creare un futuro prospero entro i limiti planetari, con la decrescita come fase di transizione necessaria verso una destinazione post-crescita.

Politiche oltre la crescita basate su quattro principi di:

  1. Biocapacità: eliminazione dei combustibili fossili, limiti all’estrazione di materie prime e misure di protezione e ripristino della natura per suoli, foreste, mari ed altri ecosistemi sani e resistenti. Ad esempio, un Trattato di Non Proliferazione dei Combustibili Fossili, una Legge per la Giustizia e la Resilienza delle Risorse, che includa un obiettivo di riduzione dell’impronta materiale vincolante e il reale ripristino di aree naturali.
  2. Equità: strumenti fiscali per favorire una società più equa eliminando gli estremi di reddito e ricchezza, nonché i super profitti. Ad esempio, una tassa sulle ricchezze legate al carbonio, con redditi minimi e massimi.
  3. Benessere per tutti: accesso garantito alle infrastrutture essenziali attraverso uno stato sociale migliorato e sensibile all’ecologia. Ad esempio, Servizi Universali di Base (compresi i diritti umani alla salute, al trasporto, all’assistenza, all’abitazione, all’istruzione e alla protezione sociale, ecc.), garanzie di lavoro, controlli dei prezzi per beni e servizi essenziali.
  4. Democrazia attiva: assemblee di cittadini con mandato per formulare strategie di sufficienza socialmente accettabili e rafforzare politiche basate sui limiti ecologici, sull’equità e sul benessere per tutti e un ruolo più forte per i sindacati. Ad esempio, forum locali per i bisogni, convenzioni sul clima, bilancio partecipativo.

Oltre alla nostra ampia alleanza, c’è anche un gruppo trasversale di 20 membri del Parlamento Europeo appartenenti a 5 gruppi politici che hanno tutti sostenuto la conferenza Beyond Growth. Chiediamo alla leadership politica dell’UE di prendere molto seriamente le loro proposte bipartisan per riforme profonde.

Non vediamo l’ora di discutere di questi argomenti con voi in un futuro prossimo.

Cordiali saluti,

Jagoda Munić, Director, Friends of the Earth Europe

Patrizia Heidegger, Deputy secretary-general, European Environmental Bureau