Per tre giorni presso il parlamento di Bruxelles si sono confrontati, da una parte, la platea della “Woodstock della post-crescita” – come sono stati definiti i duemila partecipanti, in prevalenza giovani attivisti di movimenti ambientalisti -, dall’altra un nutrito gruppo di commissari europei, responsabili di istituzioni scientifiche, politici cantori dello sviluppo variamente green con Ursula Von der Leyen in testa che si è spinta ad affermare che: “A growth model centred on fossil fuels is simply obsolete.” (Il modello di crescita centrato sui combustibili fossili è obsoleto).

Già questi successi, di pubblico e di interlocuzione, potrebbero essere considerati un buon risultato per gli organizzatori, vale a dire un gruppetto trasversale di parlamentari appartenenti a sette gruppi politici diversi (dai verdi ai socialdemocratici, dalla sinistra ai liberali) che cercano di mantenere in vita lo European Green Deal (e le sue varie implementazioni: Next Generation Eu, Fit for 55, Farm to Fork Strategy, REPower Eu, ecc), lanciato ormai quattro anni fa, ma che sta barcollando sotto i colpi delle lobby dell’energia (quelle, per intenderci, che sono riuscite a spacciare il nucleare e il gas naturale come energie verdi nella “tassonometria” europea dei finanziamenti ammissibili) e quelli ancora più pesanti che si stanno scambiando Putin/Biden, che hanno messo repentinamente in ginocchio gli approvvigionamenti energetici europei e deviato i finanziamenti a favore di proiettili e carri armati.

La Conferenza intitolata Beyond Growth è stata un successo anche per la partecipazione davvero unica di tanti/e esperti/e, ricercatori/trici, accademici/he chiamati/e a relazionare. Personalità di primissimo piano: da Vandana Shiva a Joseph Stiglitz, da Kate Raworth (l’inventrice del modello dell’”economia della ciambella”), da Robert Costanza a Jason Hickel, da Yaminba Saheb dell’Ipcc Giorgos Kallis e molte altre portatrici di teorie, visioni del mondo anche molto diverse, ma sicuramente convergenti sulle proposte di base quali il superamento del Pil come indicatore universale, la decarbonizzazione, la giustizia ambientale nel riconoscimento di diritti equi di accesso alle risorse del pianeta, la critica al liberismo sfrenato.

Ma l’impressione è che nemmeno in questa occasione si sia svolto un vero confronto a orecchie e cuore aperti su come fare a generare le trasformazioni necessarie. La riprova – a mio modo di vedere – è il silenzio imbarazzante quasi completo sulla guerra in corso in Europa e su quelle nel mondo, sullo scandalo dell’aumento vertiginoso delle spese militari, sulle torsioni securitarie e autoritarie in atto in quasi tutti i regimi politici a scapito soprattutto delle popolazioni migranti. Una Conferenza certamente, inevitabilmente e forse giustamente pensata per far breccia sui decisori politici europei, ma il superamento del modello della crescita  –  credo – lo si può ottenere solo attraverso un “beyond occidentalocentrismo”; solo se le ragioni del Sud globale riescono a irrompere nella comfort zone dei parlamenti del tardo e decadente capitalismo finanziarizzato. Come ha affermato Anuna De Wever – attivista per il clima e la giustizia sociale – “alla base della crescita europea c’è un sistema di supremazia bianca, di colonialismo e di imperialismo, che guida un sistema globale di sfruttamento, estrattivismo e accumulo di ricchezza. Non c’è decrescita senza decolonizzazione”.

Per vedere tutti i tre giorni delle plenarie: https://www.beyond-growth-2023.eu/programme/ o su YouTube:  https://www.youtube.com/watch?v=RlnSHTORjnc&list=PLCsKDAfAp2L1V3CyZokKQbfCJRZ7hldh7

Foto della conferenza di Tim Parrique

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