In questo post pubblicato il 3 gennaio su X/Twitter, Jason Hickel ha fatto una rapida carrellata dei punti salienti delle ricerche che ha pubblicato nel 2023 su cambiamento climatico, capitalismo, colonialismo, decrescita e futuro post-capitalista. Ci sembra una lista davvero importante e interessante, considerando che si tratta di un solo ricercatore (pur con diversi colleghi e collaboratori)!

 

1) Questo è il mio punto forte. I paesi ricchi hanno drammaticamente superato la loro giusta quota del bilancio del carbonio per 1,5°C. In uno scenario “zero entro il 2050” dovranno 192mila miliardi di dollari ai paesi del Sud del mondo come compensazione per l’appropriazione dell’atmosfera: https://t.co/tJyedM3dlK 

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2) I paesi ricchi e le élite sono in gran parte responsabili delle emissioni in eccesso, ma le comunità del Sud del mondo – e i gruppi razziali minoritari all’interno delle nazioni – devono affrontare un carico sproporzionato di malattie e mortalità a causa del cambiamento climatico: https://t.co/o9Bu2ohpc8 

3) Si sta verificando una “crescita verde”? Sfortunatamente no. Ai ritmi attuali, i paesi che hanno raggiunto il disaccoppiamento assoluto del PIL dalla CO2 impiegheranno più di 220 anni per decarbonizzarsi, bruciando 27 volte la loro quota equa di 1,5°C. È necessaria una mitigazione radicale: https://t.co/xzElT61Xj6 

4) I paesi ad alto reddito possono finanziare una rapida decarbonizzazione e una politica sociale ambiziosa (compresi i servizi pubblici universali) senza bisogno di una maggiore crescita del PIL. Qui sintetizziamo importanti intuizioni dalla MMT e dalla ricerca sulla decrescita: https://t.co/HvG60wsPTG 

5) I percorsi di post-crescita nei paesi ad alto reddito possono rendere più fattibile il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi; al contrario, se i paesi ad alto reddito perseguissero una crescita più rapida, ciò metterebbe a repentaglio gli obiettivi di Parigi. https://t.co/51us2fCZaA 

6) Questo breve articolo sfata la falsa idea che la decrescita sia anti-tecnologia. In realtà, la decrescita abbraccia un cambiamento tecnologico ambizioso (nella misura in cui è empiricamente fattibile e socialmente giusto) dando priorità anche alla sufficienza e all’equità: https://t.co/UM7fggurF4 

7) Sotto il capitalismo ci troviamo di fronte a una doppia crisi di deprivazione di massa e di collasso ecologico. La soluzione è raggiungere il controllo democratico sulla produzione, con il duplice obiettivo del benessere e dell’ecologia. Ecco le politiche chiave di cui abbiamo bisogno: https://t.co/2GGdYVDlnw 

8) Qui introduciamo il concetto di “malattia capitalogenica” e discutiamo otto modi in cui il capitalismo fa ammalare le persone, perpetua la malattia e produce disuguaglianze sanitarie: https://t.co/f1yDCr1LH0 

9) Utilizzando i dati pubblicati dall’OCSE, scopriamo che negli anni ’80 la Cina socialista aveva alcuni dei tassi di povertà estrema più bassi nella periferia (del mondo). Le riforme capitaliste degli anni ’90 hanno causato un aumento sostanziale della povertà estrema prima di una graduale ripresa. https://t.co/tX4oVfNeA9 

10) Il capitalismo non riesce a fornire standard di vita dignitosi per tutti, perchè le dinamiche imperialiste lo impediscono. Uno sviluppo significativo nel Sud richiederà il raggiungimento della sovranità economica e la pianificazione della produzione per soddisfare i bisogni umani: https://t.co/U5OxhiGqeh 

11) In questo lavoro abbiamo modificato un importante IAM (MESSAGEix) per modellare scenari di post-crescita e decrescita da includere nel database IPCC. Si tratta di un grande passo avanti, ma è necessario ulteriore lavoro per cogliere la differenziazione e la ridistribuzione settoriale: https://t.co/MTzcBkIweu 

12) Questo articolo del blog descrive come potrebbe essere un programma completo di servizi pubblici universali e una garanzia pubblica di posti di lavoro, perché questo approccio è fondamentale per risolvere i problemi sociali ed ecologici e come finanziarlo: https://t.co/Rj8DNsuvPY 

13) Ridurre le forme di produzione meno necessarie è importante perché ci consente di accelerare le forme di produzione (e l’innovazione!) socialmente ed ecologicamente necessarie più velocemente di quanto si potrebbe ottenere in uno scenario orientato alla crescita: https://t.co/XSr99LSpTw 

14) Ecco una raccolta di studi che valutano la portata del sostegno popolare alle idee post-crescita e post-capitaliste, che dimostra come questi paradigmi siano sostenuti da forti maggioranze: https://t.co/WBVdJtGyGK 

15) Infine, qui riporto una ricerca che mostra che se vogliamo garantire una vita dignitosa a tutti raggiungendo al tempo stesso gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, dobbiamo ridurre drasticamente il potere d’acquisto dei ricchi e condividere le risorse in modo più equo: https://t.co/LSdKXghf67