Dialogo immaginario sull’epilogo della COP 29 di Baku tra uno sherpa della decrescita e un lobbista del petrolio
Di Paolo Rizzi
Sherpa della decrescita:
Tre economisti del clima (Amar Bhattacharya, Vera Songwe e Nicholas Stern) all’inizio di questa COP29 avevano segnalato che, dai loro calcoli, il sud globale avrebbe bisogno di 1300 miliardi di dollari all’anno per la mitigazione e compensazione dei danni provocati dal cambiamento climatico. In questi dieci giorni vi abbiamo ribadito che non ci sono paesi “donatori”, non si tratta di beneficenza! Ed infine nel documento conclusivo, si stabilisce che Cina e gli altri paesi, che solo formalmente possono essere ormai considerati in via di sviluppo, (Corea del Sud, Singapore, Qatar, Arabia Saudita, Emirati) contribuiranno solo su base volontaria, senza obblighi di nessun tipo verso nessuno.
Lobbista petrolifero(uno dei 1.300 presenti a Baku):
Quei birbanti dei paesi in via di sviluppo ed emergenti volevano 1.300 miliardi di $ all’anno, pari all’intero bilancio della NATO del 2023 e cioè il 55% della spesa globale militare.
Non siamo mica in guerra contro le fossili che sono un “Dono di Dio” e quel denaro ci serve invece per fare guerra a chi minaccia l’equilibrio della nostra geopolitica occidentale.
Inoltre quei soldi in questo momento ci servono per sostenere l’unica democrazia del Medio oriente, non importa se incriminata per genocidio.
Sherpa della decrescita:
Non avete neanche più discusso sui tempi della transizione alle rinnovabili, parola che lo scorso anno, nonostante la sua arroganza, Sultan Al-Jaber aveva dovuto accettare di mettere nero su bianco nel documento conclusivo. In questa COP si sarebbe dovuta discutere la calendarizzazione dell’uscita dal fossile!
Lobbista petrolifero:
Non era il luogo, lo sapevate anche voi che il tema questa volta era “la finanza per il clima” e quando vi abbiamo dato la mano ecco che avete preteso tutto il braccio. Alla COP 28 volevate già 300 Miliardi $ per la transizione e ve sono stati promessi 180. Ora con un solo anno di distanza ve li promettiamo tutti e 300 (anche se dovete aspettare entro il 2035) e piangete, vi arrabbiate, preferivate addirittura un fallimento.
E’ vero che siamo riusciti a parlare pochissimo dei problemi ambientali, nonostante un anno di record per temperature ed eventi estremi, ma non potevamo offendere i gentili padroni di casa, il presidente Ilham Aliyev la sua famiglia, le sue imprese, che hanno raddoppiato la produzione su richiesta esplicita dell’Europa, Italia in testa .
Sherpa della decrescita:
Ma se non abbiamo neppure potuto manifestare come società civile all’interno del Forum!
Lobbista petrolifero:
Ma come, che dite? vi hanno anche permesso di protestare facendo dei flash-mob stanziali, senza gridare, mugugnando sottovoce per non disturbare! vi hanno gentilmente suggerito di limitarvi a schioccare le dita di pollice e medio, come fate nei vostri forum ambientalisti in segno di approvazione e vi è piaciuto.
Sherpa della decrescita:
Vi vantate di avere raggiunto finalmente regole più chiare per i mercati della Carbon Credit, ma l’approvazione dell’articolo 6 che era in attesa dal 2015 a Parigi, permette ai grandi inquinatori di continuare a emettere a spese delle persone e del pianeta e a fare altri giochetti, ad esempio la piantumazione di alberi su terre indigene abitate.
L’approvazione dell’articolo 6 “… rappresenta una violazione dei diritti umani e dei diritti originari dei popoli indigeni”, vi ha contestato il cacique Ninawa Huni Kui, presidente della Federazione dei popoli Huni Kui dello Stato di Acre, in Amazzonia, Brasile.
Lobbista petrolifero:
Ma siete proprio incontentabili!! dovete sapere che, una volta finalizzato, l’articolo 6 potrebbe ridurre i costi di attuazione dei piani climatici nazionali di 250 miliardi di dollari (circa 236 miliardi di euro) all’anno, secondo le stime delle Nazioni Unite.
Ogni credito equivarrebbe a una tonnellata di CO2 (o all’equivalente di altri gas serra); il denaro ricavato dai crediti generati andrebbe a progetti locali. Il prezzo dell’anidride carbonica per tonnellata fluttuerebbe sul mercato, il che significa che più aumenta, più i progetti verdi potrebbero guadagnare grazie al nuovo valore del credito generato.
Fate un affare! più emissioni ci saranno e più soldi andranno ai vostri progetti ambientali.
In più è stato anche reso operativo il fondo Loss & Damage. So già che voi direte che è fermo a soli 730 milioni di dollari, quando dovrebbe distribuire almeno 100 miliardi… ma insomma: prendere o lasciare! il prossimo anno Trump se ne esce un’altra volta, non vi conviene quindi perderli ora.
Sherpa della decrescita:
L’idea che ha sbloccato lo stallo è stata la road-map tra le COP di Baku e di Belém in Brasile del 2025, proposta fatta dalla ministra colombiana Susana Muhamad, una delle persone più lucide di questo negoziato. Anche se in questa proposta si fanno ancora promesse di soldi come quelle del 2009, aspettate però fino al 2022.
Lobbista petrolifero:
Sì, è vero… Il prossimo anno andremo a Belém, nella foresta amazzonica, o meglio in quel che ne resta dopo il passaggio del nostro amico Bolsonaro. Lì forse, per quelli che riusciranno a partecipare, ci saranno premi di consolazione.
Suvvia abbiamo terminato! il black-friday sta per finire con questi 300 miliardi di $, se vi date da fare i fretta, potete ancora approfittare di qualche buon affare.
Ci scusiamo se ci abbiamo messo 10 giorni, ma sapevate già che discutere di uscita dal fossile qui in Azerbaigian era un ossimoro in partenza!
Sherpa della decrescita:
Conosciamo bene Belém in Brasile, ci siamo stati nel 2009 per il Forum Sociale Mondiale sul percorso di una road-map partita nel 2001 a Porto Alegre e transitata negli anni per Mumbai Nairobi, Caracas…
Visto che voi parlate sempre di soldi, mi ricordo in quell’occasione che la mia “bibbia” era stato il libro di Eduardo Galeano: ”Le vene aperte dell’America Latina”, un libro che vi consiglio caldamente di leggere per prepararvi al contesto che troverete in quel paese che avete frequentato molto con le vostre colonizzazioni.
Prima di congedarci ti ricordo che sulla snobbata questione dei ghiacciai, qui a Baku è stato presentato dal glaciologo Kirkham, ricercatore del British Antarctic Survey il Rapporto sullo stato della criosfera 2024 ( https://iccinet.org/statecryo24/ ) ; è per questo che ti segnalo un brano dal famoso libro “Cent’anni di solitudine” di Garcia Marquez, una metafora sul ghiaccio, quello che le vostre politiche stanno facendo scomparire dalle montagne del pianeta per sostituirlo con quello confezionato al prezzo di mercato: ghiaccio come un diamante.
“E’ il diamante più grande del mondo.” “No” corresse lo zingaro.” “ E’ ghiaccio” Josè Arcadio Buendia, senza capire, allungò la mano verso il blocco, ma il gigante gliela scostò: “Altri cinque reales per toccarlo,” disse. Jose´Arcadio Buendia li pagò, e allora mise la mano sul ghiaccio, e ve la tenne per diversi minuti, mentre il cuore gli si gonfiava di timore e di giubilo al contatto col mistero. Senza sapere cosa dire, pagò altri dieci reales perché i suoi figli vivessero la prodigiosa esperienza. Il piccolo Josè Arcadio si rifiutò di toccarlo. Invece, Aureliano fece un passo avanti, appoggiò la mano e la ritirò subito. “Sta bollendo,” esclamò spaventato. Ma suo padre non gli fece caso….Pagò altri cinque reales, e con la mano appoggiata al blocco di ghiaccio, come se stesse rendendo testimonianza sul testo sacro, esclamò :“Questa è la grande invenzione del nostro tempo.”
Testo e foto di Paolo Rizzi – 25 novembre 2024
NB: per approfondimenti sulla precedente COP 28 vedi i seguenti articoli usciti sul numero 1 di Quaderni della Decrescita:
1) Pianeta e pace nelle mani sbagliate di Paolo Cacciari
2) Inquadrare, procrastinare, incassare: il dispositivo delle COP e le alternative necessarie di Marco Deriu.
Per approfondimenti sul Forum Sociale di Belem 2009 un mio articolo al link: https://contrattoacqua.it/public/upload/tab_elms_docs/1332427359belem-2009.pdf